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Area ex-Alfa: una città dell’innovazione?

17 maggio 2012 – Un proposta sostenibile e non un libro dei sogni. E’ così che il gruppo di lavoro nato da un’iniziativa di Giuseppe Augurusa e formato da docenti universitari e professionisti, ha definito il progetto di recupero dell’area ex-Alfa che è stato presentato ieri sera in auditorium. “Il gruppo – ha premesso Letterio Morales, vice-presidente di Comunimprese – è nato ben prima delle elezioni e sulla spinta emotiva legata allo stato nel quale si trovava l’area dove un tempo sorgeva l’Alfa Romeo. Oltre a questo, è stata colta anche un’opportunità pratica legata al fatto che il nord-ovest, pur essendo il motore dell’economia italiana, si trova in netto svantaggio rispetto ad altre aree metropolitane europee. E, conseguentemente, l’Italia fa a sua volta fatica”. L’opportunità pratica è soprattutto legata ai finanziamenti che la Comunità Europea concede per i programmi di sviluppo e che in Italia vengono sfruttati solo al 35% per mancanza di progetti concreti.

“Nell’affrontare il problema – ha spiegato Luciano Venturini della Cattolica – ci siamo posti come primo obiettivo quello di uscire dalle logiche dell’AdP, che per anni hanno paralizzato ogni progetto puntando solo sulla destinazione commerciale e residenziale dell’area. Prima di iniziare lo sviluppo concreto del progetto, abbiamo avuto contatti con il governo centrale per verificare che ci potesse essere la volontà di supportare un’iniziativa di questo genere che avrebbe potuto rilanciare l’economia non solo locale ma anche nazionale attraverso la realizzazione di un polo per l’eccellenza tecnologica e l’innovazione”. E dal governo il gruppo ha avuto la disponibilità a valutare un progetto di questo tipo. Il gruppo ha quindi iniziato a lavorare sulla proposta, presentata ieri sera, che prevede che nell’area ex-Alfa venga realizzata una Città dell’Innovazione e dello Sviluppo Sostenibile (CISS). Gli ambiti operativi che si potrebbero sviluppare sono molti, tanto che il gruppo ha più volte definito il progetto come modulare, e cioè che una volta avviato si sviluppa nel tempo attraendo nuovi ambiti. Quelli al momento più concreti, e dove sembra sia stato già raccolto l’interesse di alcune società sono due: l’automotive e la moda.

“Questa zona – ha detto l’ex dirigente Fiat Roberto Conti – ha nel suo Dna l’automobile. Non sto parlando di produzione di auto, ma qui intorno ci sono almeno 40 aziende che lavorano per il settore automobilistico e che sarebbero interessate a soluzioni innovative e a basso impatto ambientale, per esempio sui materiali e sui carburanti. Una delle aree di sviluppo potrebbe quindi riguardare proprio l’innovazione in questo settore, che avrebbe una ricaduta immediata sul tessuto economico”. La moda con l’auto non ha molto a che vedere, ma è un’opportunità colta da Carla Lunghi, sociologa e docente della Cattolica che da anni studia come la moda rispecchia il cambiamento della società: “Ho avuto numerosi contatti – spiega la Lunghi – con giovani stilisti che stanno lavorando a progetti di moda sostenibile, ovvero a basso impatto ambientale e che non sfruttino il lavoro in aree povere del globo. E’ un settore in rapida crescita, con alle spalle molta innovazione tecnologica, e con aziende già interessate a lavorarci perché in grado di dare una buona visibilità a chi sta cercando di sfondare nel mondo della moda”.

Trovato l’interesse del governo centrale, sviluppato il progetto e raccolto l’interesse di alcuni soggetti economici, ci sono però ancora dei problemi da affrontare: “Uno di questi – ha detto Augurusa – è legato al fatto che la proprietà dell’area è privata ed è ricollegabile a chi costruirà e a chi gestirà il centro commerciale. Dobbiamo però uscire da queste logiche, e per questa ragione ci siamo rivolti al governo centrale. In questo paese non si fanno progetti, e qui ne abbiamo l’esempio più chiaro perché da anni si parla solo di tangenzialina e di centro commerciale quando invece, grazie ai fondi della Comunità Europea che l’Italia non sfrutta, si potrebbe entrare in una dimensione molto più alta. Come ha detto chi mi ha preceduto, abbiamo trovato interesse da parte del governo, ma anche da parte del sindaco di Milano perché un progetto di questo tipo si sposa benissimo con quello dell’area metropolitana. Conclusa questa fase progettuale, sarà ora necessario riportare il lavoro svolto a livello istituzionale e questo può essere fatto solo da un’istituzione. Se sarò eletto sindaco lo sottoporrò al Ministero dello Sviluppo Economico, che proprio in questi giorni con il ministro Passera, sta stravolgendo il suo approccio a queste tematiche in un senso che sarà molto funzionale al nostro lavoro. Al di la della mia eventuale elezione, dato che sono convinto che il lavoro portato a termine dal gruppo possa dare grandi opportunità di crescita alla nostra zona e al paese, voglio dire già da ora che sarò disposto a consegnare il progetto chiavi in mano al mio avversario, nel caso fosse lui a essere eletto sindaco”.

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