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Casa di riposo Gallazzi Vismara e Covid-19: ecco il comunicato della direzione

29 aprile 2020 – La situazione della Casa di riposo Gallazzi Vismara è diventata problematica dopo che il 6 aprile scorso è stata rilevata la presenza del virus in un ospite ricoverato in ospedale. Da allora è partita la caccia frenetica ai tamponi, ma la difficoltà nel reperirli e la lentezza dei laboratori nelle analisi ha fatto sì che fossero necessarie circa tre settimane per completare i test su tutti gli ospiti, mentre ancora oggi non si sono potuti realizzare sul personale attualmente al lavoro nella struttura. I prossimi risultati in arrivo saranno quelli dei tamponi effettuati sui lavoratori che erano a casa in malattia e che si spera possano tornare al lavoro.

In questo periodo, il sindaco Michela Palestra ha più volte aggiornato sulla situazione, ma la voce ufficiale della Casa di riposo non è mai arrivata. Oggi, finalmente, è stato emesso un lungo comunicato stampa, di cui vi proponiamo i passi salienti.

I parenti dei nostri ospiti vengono regolarmente aggiornati sia sulle effettive condizioni di salute dei propri congiunti sia sulla situazione generale della casa di riposo,” si legge nella prima parte. “Le comunicazioni avvengono direttamente tramite chiamate o attraverso email, dipende dalla delicatezza della comunicazione. Nonostante ciò alcune ‘voci’ si rincorrono con illazioni, a volte prive di fondamento, o informazioni palesemente non veritiere. Tutto ciò genera ulteriori preoccupazioni tra ospiti e parenti e disagio tra i nostri operatori, impegnati a fare tutto il possibile con grande dedizione e spirito di sacrificio”.

Dal punto di vista sanitario, la direzione afferma di avere fatto tutto il possibile. “Le norme, le procedure e le numerosissime disposizioni del Governo, dei Ministeri, della Regione e dell’Azienda Territoriale Sanitaria sono state applicate”, riporta il comunicato. “In aggiunta, sono state inserite ulteriori misure di protezione, anticipando la normativa (ad esempio per le restrizioni all’accesso alla struttura e all’aggregazione di persone adottate fino dal 22/02), riducendo o chiudendo i servizi non indispensabili (Centro Diurno Integrato, Servizio Assistenza Domiciliare, podologo e parrucchiere), istituendo servizi sostitutivi (es. lavanderia interna per evitare passaggi di indumenti)”.

Il comunicato continua spiegando quali altre misure sono state prese. “Abbiamo condiviso, anche con un medico di un centro di eccellenza, le nostre iniziative, definito protocolli e procedure, istruito gli operatori. Abbiamo inizialmente negato l’accesso a nuovi pazienti privi di cartelle sanitarie adeguate e in seguito a tutti indistintamente. Queste misure hanno dimostrato la loro efficacia per 40 giorni, fino al 05/04 quando si è registrato il primo caso positivo”.

Poi si è cercato di capire cosa ci fosse all’origine del dilagare del virus. “Naturalmente sono state analizzate tutte le possibili cause di origine del contagio per migliorare le nostre misure di prevenzione,” viene spiegato. Ma non si arriva a una conclusione: se c’è, si preferisce non renderla pubblica.

La direzione si sofferma poi sui tamponi. “Il reperimento dei tamponi è stato complicato, ancora oggi molte strutture hanno difficoltà a ottenerli e farli analizzare”, si legge. “Ad oggi abbiamo eseguito i tamponi sulla totalità degli ospiti per potere isolare e trattare adeguatamente i positivi e proteggere le persone che risultano negative al virus. Durante la somministrazione, che è durata diversi giorni, abbiamo informato i parenti comunicando l’esecuzione del tampone e successivamente il risultato. Siamo riusciti ad approvvigionarci anche dei tamponi necessari per i controlli sugli operatori guariti per poterne consentire il rientro in struttura”.

La tabellina che vedete qui sotto riepiloga quando sono stati fatti prelievi e il loro esito.

Secondo quanto indicato nel documento, dalla metà di maggio inizierà il secondo ciclo di tamponi per verificare la situazione, mentre si precisa che “da marzo ad oggi abbiamo avuto 14 decessi di cui 10 con tampone positivo: purtroppo, come sappiamo, il virus attacca le persone più fragili che già presentavano per età e condizioni sanitarie un quadro fragile”.

La Casa di riposo specifica anche che il suo compito non è solo quello di curare le persone dal punto di vista fisico. “La cura dell’ospite nelle Rsa non è centrata solo sulla salute fisica (compito degli ospedali), per cui l’assenza di contatti diretti con i parenti e di attività di gruppo è stata compensata da subito attraverso telefonate e videochiamate con appositi dispositivi, ed il supporto di psicologi che hanno integrato il lavoro degli educatori e personale che ha incrementato l’attenzione agli aspetti relazionali”.

L’ultima parte del documento è dedicata alla protezione del personale. “Nonostante la difficoltà di reperire sul mercato i presidi (soprattutto mascherine), al personale dell’Azienda non sono mai mancati gli strumenti di protezione. Grazie al fatto di gestire due farmacie, di avere ricevuto varie donazioni, di avere avuto l’attenzione e l’impegno fattivo dell’Amministrazione Comunale, abbiamo potuto anche sostenere la società di servizi da cui dipende la maggior parte degli operatori, in modo che a loro volta fosse garantita la continuità di fornitura nei momenti più difficili”.

La Direzione sanitaria ha sempre istruito tutti all’uso dei dispositivi di protezione ed alle norme di sicurezza da utilizzare. Le inevitabili assenze per malattia sono state integrate dal personale resosi disponibile a turni diversi e riposi ridotti, oltre che tramite figure liberate da servizi sospesi, da nuovi inserimenti, dalle psicologhe in supporto agli educatori, dalle suore residenti in struttura. A tutti loro va il nostro più sentito ringraziamento, ben consapevoli dello sforzo fisico ed emotivo a cui sono sottoposti”.

La chiusura lascia sul campo però qualche preoccupazione, in particolare se tra il personale dovesse esserci al lavoro qualcuno asintomatico. “Non potendo ottenere i tamponi per testare tutto il personale, è stata aumentata l’attenzione sul personale in accesso, e vari di loro sono stati inviati prudenzialmente al medico di medicina generale,” conclude il comunicato. “Come già detto, stiamo procedendo con i tamponi anche per gli operatori in modo da garantire un rientro sicuro al lavoro e proteggere gli ospiti”.

QuiArese ha parlato qui della situazione della Casa di Riposo Gallazzi Vismara:

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