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Chiodi media per i lavoratori ex Alfa

09 maggio 2012 – Gli Slai Cobas hanno ottenuto una prima piccola vittoria nella lotta che da mesi li vede impegnati per la salvaguardia del proprio posto di lavoro (leggi qui). Come si ricorderà, lo scorso 26 aprile una quarantina di loro avevano simbolicamente occupato il municipio di Arese (leggi qui) per richiamare il commissario prefettizio Emilio Chiodi al rispetto degli impegni presi a suo tempo. Il giorno dopo l’occupazione una delegazione Slai Cobas era stata ricevuta dal Chiodi: “Dopo l’incontro di febbraio – commenta il delegato Slai Cobas Renato Parimbelli – ci aspettavamo che Chiodi ci fornisse delle risposte, che però non sono mai arrivate. Nell’ultimo incontro, invece, il commissario prefettizio si è assunto l’impegno di convocare noi e i proprietari dell’area per trovare una soluzione alla nostra situazione. Un impegno che Chiodi ci ha detto che prendeva in qualità di rappresentante del Prefetto e non come commissario del Comune di Arese”.

E Chiodi questa volta ha dato seguito con i fatti alle parole, incontrando la scorsa settimana i rappresentanti della società ABP, proprietaria di parte delle aree dell’ex stabilimento Alfa. Il tema dell’incontro è stato la valutazione della posizione che ABP ritiene di assumere circa le problematiche connesse alla ricollocazione del personale licenziato da alcune società di servizi che svolgevano la loro attività all’interno del sito di Arese. Nel corso dell’incontro ABP ha evidenziato l’esistenza di una sentenza del Tribunale di Milano – Sezione Lavoro – che definisce, a suo dire, in modo chiaro ogni aspetto di questa vicenda, escludendo ogni obbligazione circa la riassunzione dei lavoratori da parte di ABP. Preso atto delle rispettive posizioni, Chiodi procederà nei prossimi giorni a una valutazione della situazione e quindi avvierà un confronto anche con gli altri organi istituzionali coinvolti nel programma di riqualificazione e reindustrializzazione dell’area ex Alfa Romeo. Dal canto loro gli Slai Cobas sono forti di un’altra sentenza che aveva definito illegittimo il loro licenziamento e chiedono un accordo per la cassa integrazione in deroga in attesa della reindustrializzazione dell’area e di un impegno concreto delle nuove realtà che vi si insedieranno di assumere prioritariamente loro.

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