03 dicembre 2014 – Se dal punto di vista operativo le vicende del Centro Sportivo Davide Ancilotto si sono chiuse con l’affidamento della struttura al nuovo gestore, ancora ben lontani dalla conclusione sono gli strascichi giudiziari legati al precedente affidamento, quello del 2010 a Intese. E’, infatti, di questi giorni la notizia che la società che ricevette la concessione quattro anni fa ha citato in giudizio presso il Tribunale Civile di Milano il Comune di Arese, per il quale viene chiesta una condanna al pagamento di una somma pari a 517.059,20 euro. Nell’atto notificato al Comune viene specificato che tale somma viene richiesta “a titolo di ingiustificato arricchimento che il Comune di Arese avrebbe ricavato dalle attività e dalle opere asseritamente svolte e realizzate da Intese nel corso della gestione del Centro Sportivo Davide Ancilotto”.
La vicenda specifica realtiva a questa causa civile è in realtà nota, e negli scorsi anni i protagonisti, da una parte e dall’altra, hanno diffusamente spiegato le rispettive ragioni. In estrema sintesi Intese ha sempre sostenuto che nel periodo durante il quale ha gestito il Csda ha realizzato una serie di attività, investimenti di denaro e opere di ristrutturazione dei cui frutti, a causa dell’annullamento del conferimento della struttura, non ha potuto beneficiare. Come, sempre a causa dell’annullamento del conferimento, non ha potuto, diversamente da quanto previsto nell’accordo, ammortizzare nel tempo gli investimenti fatti e le spese sostenute (la manifestazione di interesse per l’affidamento del Csda prevedeva che il conferimento avesse la durata di 40 anni). Mentre a beneficiarne sarebbe stato il Comune, che con la revoca della convenzione a Facs e la conseguente anticipata ripresa di possesso del centro, con contestuale estromissione di Intese, avrebbe tratto direttamente vantaggio dalla valorizzazione della struttura conseguente alle attività e agli interventi strutturali realizzati da Intese all’interno del centro sportivo nei circa due anni di sua gestione. Costi degli interventi e valorizzazione che Intese stima, appunto, nei 517.059,20 euro ora richiesti in sede di giustizia civile.
Per contro il Comune contesta il fatto che Intese abbia “iniziati e/o portati a termine” i lavori previsti dall’accordo e che, una volta ripreso in carico il Csda, è stato necessario effettuarvi, questo quanto viene affermato nella delibera di giunta 209/2014, “un importante intervento di messa a norma del suddetto Centro al fine di consentirne la riapertura e la fruibilità degli impianti”. La stessa delibera di giunta fornisce qualche indicazione sulla linea che terrà il Comune: “Ritenuto di nulla dovere – vi si legge – alla Intese Srl per quanto già succintamente esposto nei punti precedenti; d’altra parte il Comune di Arese e la comunità locale che esso rappresenta hanno indubbiamente ricevuto un danno sia patrimoniale che di immagine dalla condotta sia di Fondazione Arese Cultura e Sport si di Intese. Richiamate le proprie precedenti Deliberazioni nn. 50/2014 e 114/2014 con le quali, rispettivamente, si disponeva di avviare un’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Fondazione – che con le scelte gestionali assunte avevano contribuito a creare il danno in questione, con l’affidamento del Centro Sportivo a Intese Srl – e nei confronti della stessa Intesa Srl per ottenere il risarcimento dei danni causati con la condotta sopra descritta e cagionante un ammaloramento generale del complesso sportivo in discorso”.
Secondo quanto riportato nella citazione, la prima udienza presso il Tribunale Civile di Milano è, al momento fissata per il prossimo mercoledì 7 gennaio 2015, anche se la data potrebbe subire variazioni, in quanto al momento del ricevimento della citazione non era ancora stato designato il giudice che dovrà prendere in carico il processo. Marginalmente a questa vicenda, c’è una novità anche per quanto riguarda la liquidazione di Facs: anche il secondo liquidatore nominato dal Tribunale ha, infatti, rinunciato all’incarico, e ne è stato quindi nominato un terzo.
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