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Palestra su inchiesta Rent: “Pubblicheremo elenchi”

31 ottobre 2016 – Nelle sue comunicazioni in apertura del consiglio comunale di giovedì scorso il sindaco, Michela Palestra, è intervenuta in merito a una vicenda che negli ultimi giorni ha occupato le pagine dei quotidiani nazionali, ovvero l’inchiesta Rent della Guardia di Finanza di Locri che, coordinata della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha acceso i riflettori su alcuni subappalti per i lavori di realizzazione del centro commerciale di Arese. L’indagine, come racconta il Fatto Quotidiano (leggi qui), che coinvolge anche i lavori per la realizzazione di alcuni padiglioni di Expo, è partita da un’intercettazione telefonica del 18 luglio 2014 e ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro alle oltre trenta persone che risultano indagate (leggi qui).

Da qui la necessità per l’amministrazione di prendere posizione su quanto sta emergendo dalle cronache giudiziarie: “A seguito delle notizie di stampa che accostano il territorio di Arese a fenomeni di  infiltrazioni di ‘ndrangheta – ha esordito Palestra – confidiamo che la magistratura vada fino in fondo, faccia chiarezza, accerti tutti i reati. Come amministrazione condanniamo fermamente qualunque pratica mafiosa o illecita. Non appena appreso dalla stampa le notizie relative a possibili infiltrazioni di ‘ndrangheta abbiamo attivato una verifica sugli appalti pubblici per controllare se i nomi citati a mezzo stampa sono in qualche modo coinvolti negli appalti delle opere pubbliche. Stiamo quindi approntando un elenco con i nomi delle imprese appaltatrici e subappaltatrici di opere pubbliche connesse all’accordo di programma che renderemo pubblico”.

Il sindaco ha poi annunciato l’intenzione di attivare una rete di controllo condivisa con gli altri Comuni della nostra zona: “Poiché siamo consapevoli – ha concluso Palestra – che nelle aree con grandi trasformazioni è più forte e concreto il rischio di tentativi di infiltrazioni mafiose, ci stiamo attivando per istituire una rete territoriale che coinvolga le amministrazioni della nostra area in modo da alzare ancora di più la soglia di attenzione, se possibile, sul tema, sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza sul tema ed esercitare il controllo e la tutela del territorio con ogni mezzo a disposizione degli enti pubblici. In relazione alla contiguità territoriale dei fatti ci consideriamo ovviamente a disposizione della magistratura inquirente qualora lo ritenesse opportuno”.

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