31 maggio 2012 – I cimiteri dovrebbero essere un luogo di riflessione, dove chi vi si reca dovrebbe essere messo nelle condizioni migliori per visitare i propri cari senza aggiungere ulteriore stress emotivo a quello che già una persona prova. Purtroppo, però, ad Arese non sempre è così, tanto che un nostro lettore, esasperato, ci ha contattati per rendere di pubblico dominio quella che è la situazione del cimitero di Valera che, fondamentalmente per disinteresse e poca sensibilità, non offre quel decoro che il luogo richiederebbe. Questo il racconto del nostro lettore, che ha preferito non comparire con la firma: “Un mio genitore è scomparso a inizio anno e mi sono trovato a dover subire la gestione assurda del cimitero di Valera. Al punto che uno dei motivi per cui ancora oggi non sono riuscito a ritrovare la forza di ritornare al cimitero è proprio connesso all’assoluta insensibilità di chi gestisce quel luogo”.
La situazione alla quale si riferisce il nostro lettore è quella illustrata nelle foto, e così da lui raccontata: “Per evitare di dover perdere tempo a rimuovere le lastre dei loculi in occasione delle sepolture, quelli vuoti vengono lasciati completamente aperti al fianco di quelli che ospitano le spoglie dei propri cari. Una situazione che trovo angosciante e priva di ogni rispetto. Abbiamo provato più volte a chiedere un intervento da parte degli addetti, e questi da mesi ci dicono che lo faranno la settimana successiva… ovviamente senza mai fare nulla. Come se non bastasse, alcuni marmi che hanno posizionato in alcuni dei loculi vuoti sono rotti stile terzo mondo, lasciando intravedere l’interno e dando segno di abbandono e di degrado di tutta la zona. Trovo che portare i fiori in quel contesto di abbandono sia desolante, angoscioso e non degno di una società civile”. Qualcuno potrebbe obiettare che, in fondo, si tratta solo di qualche loculo aperto ma in realtà la questione è più delicata perché investe la sfera emotiva delle persone che si recano in visita ai propri cari, ai quali, crediamo, sia dovuto tutto il rispetto umano possibile, offrendo loro un luogo decoroso, e che non aggiunga dolore a quello che già c’è.
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