04 novembre 2014 – Il Cinema Teatro di Arese prosegue il suo cammino: ha, cioè, superato il problema del digitale. Oggigiorno, e questo già da alcune settimane, le case di distribuzione dei film non stampano più quelle grandi “pizze” di celluloide che per decenni siamo stati abituati a vedere ma consegnano i loro prodotti, cioè i film, all’interno di un hard disk. Da qui il necessario cambio della macchina di proiezione. Ad Arese, questo “cambio” è già avvenuto, in quanto, con tutte le forze, si è voluto proseguire, consapevoli soprattutto dell’importanza sociale della sala, con la nuova tecnologia, piuttosto che far chiudere i battenti allo stesso locale. Del Cinema Teatro parliamo con Bruno Ronchi, vera “anima”, da sempre, del “nostro” “Cinema Paradiso”: “Il cinema ad Arese – racconta Ronchi – ha aperto i battenti nel 1951. Io ricordo che ero un ragazzino e già lavoravo qui, nel senso che, prima dello spettacolo e durante l’intervallo vendevo le bibite, la liquirizia e via dicendo. Era il classico cinemino dell’oratorio, con quasi 200 posti e con sedie pieghevoli in legno. All’epoca, il cinema era all’interno di un cortile e per entrarci bisogna passare per il porticato di una vecchia casa che aveva una cartoleria. Questo era il vecchio cinema, poi, con il 1978 è nato il cinema attuale. L’anno prima fu demolita la casa con la cartoleria e, con il marzo 1979, venne inaugurato l’attuale cinema”.
La nuova sala permise di ampliare l’offerta, e al Cinema Teatro si iniziò a mettere in cartellone anche spettacoli teatrali: “Nello stesso anno – conferma Ronchi – a ottobre, nacque anche la stagione teatrale, e il primo attore a recitare sul palcoscenico fu Piero Mazzarella. Grazie alle stagioni teatrali qui abbiamo avuto i migliori attori italiani, da Raf Vallone a Paolo Stoppa, da Tino Buazzelli a Umberto Orsini e l’elenco sarebbe lungo perché, fra pochi giorni, entreremo nella 36° stagione teatrale”. Ronchi torna poi a parlare delle pellicole e di come è evoluta la programmazione negli anni, adeguandosi al contesto sociale italiano: “Qui – spiega – sono sempre stati proiettati un certo tipo di film; ad esempio, il film italiano più famoso nel mondo e campione d’incassi del 1960 e cioè La dolce vita, nel nostro cinema non è mai stato proiettato perché, chiaramente, qui sono passati i film ammessi nel circuito delle sale parrocchiali. All’inizio si proiettavano i film al sabato sera e alla domenica pomeriggio, poi si è incominciato anche con i cineforum, al giovedì sera”. Bruno Ronchi è sempre stato qui, non ha mai ha abbandonato il “suo” cinema e, da tempo, è già entrato nel suo sesto decennio di volontariato. Gli chiediamo quali sono stati i film di maggior successo ad Arese. Ci risponde: “Direi il Gattopardo e Titanic; all’epoca proiettavamo i film di James Bond ma qui non è che avessero grande successo. Andavano molto forte, invece, gli spaghetti-western, così come, negli ultimi tempi, i film di Checco Zalone”.
Arese ha quindi salvato il suo cinema, il nuovo proiettore è già in funzione e, fra non molto, non arriveranno più nemmeno i film via hard disk ma direttamente dal satellite. Durante questo mese di novembre, infatti, verrà installata un’antenna per poterli ricevere e poterli, così, subito proiettare. Con minor lavoro dei non tanti volontari del cinema. Ora, ci sarà da cambiare lo schermo, le poltrone e il palco ma per fare queste migliorie ci sarà da attendere la chiusura del cinema, cioè luglio e agosto. Intanto, noi aresini, consideriamoci fortunati che il Cinema Teatro continuerà, senza problemi, la sua programmazione e la sua già lunga storia. E per ringraziare chi ha preso questa saggia decisione, pur in presenza di costi elevati che non vanno certamente dimenticati, c’è un solo sistema: quello di andarci più spesso.
Mentre scriviamo, veniamo a sapere che, a Bollate, allo scopo di “salvare” dalla chiusura il Cinema Splendor, si sta’ organizzando una “serata” con cantanti e comici. Auspichiamo che anche questo Cinema Teatro possa continuare la propria attività, grazie magari al bando che la Regione Lombardia ha creato per tale motivo e a cui molti cinema si stanno affidando in questo periodo. Non dobbiamo “uccidere” i Cinema Teatro che sono, da sempre, luoghi di cultura e di aggregazione. E la cultura non va uccisa. Mai. (Jolly).
© riproduzione riservata
Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiArese