23 maggio 2014 – Arese è pronta e ha già fissato le aliquote Tasi, ma i suoi cittadini beneficeranno comunque del rinvio del pagamento della prima rata, probabilmente al 16 settembre, come quei Comuni che non le hanno ancora deliberate. E’ stato, infatti, il consigliere comunale di Arese al Centro Giuseppe Bettinardi a sollevare la questione e a ottenere il rinvio: “Perché – ha fatto notare Bettinardi – approviamo oggi le aliquote, stante la proroga concessa dal governo? In questa maniera obblighiamo i nostri cittadini a pagare prima, quando probabilmente il rinvio, soprattutto in un momento difficile per le famiglie come è questo, farebbe comodo a molti. Propongo quindi il rinvio della delibera, perché non trovo giusto che gli aresini paghino l’imposta tre mesi prima del resto d’Italia”. Lo slittamento, come ha fatto notare la giunta, avrebbe però creato qualche difficoltà con la presentazione del bilancio, prevista in discussione poco dopo, che è costruito anche sulle entrate derivanti dalla Tasi. La questione è stata però risolta, dopo una pausa per consultazioni, con un escamotage tecnico.
Il consiglio comunale ha, infatti, approvato all’unanimità la delibera con le aliquote ma non la sua immediata eseguibilità. In pratica le aliquote sono state approvate, e questo ha permesso la discussione del bilancio previsionale del Comune ma, mancando l’eseguibilità della delibera, non sono ancora applicabili ai fini del pagamento Tasi. Naturalmente l’eseguibilità verrà approvata non appena si chiuderà la finestra temporale che ha come limite il 23 maggio e che avrebbe costretto gli aresini a versare la prima rata dell’imposta entro il 16 giugno. Detto questo, e vista la grande confusione che regna sull’argomento, vediamo che cosa è la Tasi, che aliquote sono state fissate nel nostro Comune e quanto pagheranno gli aresini. Con la legge di stabilità 2014 il governo ha istituito l’Imposta Unica Comunale (Iuc), che racchiude tre diverse imposte: l’Imu, di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le abitazioni principali, la Tasi, a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile e la Tari, col la quale si pagano i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e che è a carico dell’utilizzatore.
Per quanto riguarda l’Imu, questa dovrà essere versata per le abitazioni principali di Cat. A/1, A/8 e A/9 e relative pertinenze (aliquota 4,5 per mille), per i fabbricati a uso strumentale (2 per mille), per le abitazioni e relative pertinenze affittati con contratto a canone concordato (4,5 per mille), per le unità immobiliari e pertinenze annesse adibite ad abitazione principale dei soci di cooperative edilizie a proprietà indivisa residenti nel Comune (4,5 per mille), per le sale cinematografiche, inserite nella categoria catastale D3, del centro storico in quanto luoghi di cultura e spettacolo (4,6 per mille) e per tutti gli altri fabbricati e aree fabbricabili, tra cui le seconde case (8,1 per mille). In pratica rimane tutto come lo scorso anno, con l’eccezione dell’aliquota sulle seconde case che è stata diminuita dal 9,0 all’8,1 per mille.
Veniamo quindi alla Tasi, imposta alla quale è soggetto chiunque possegga o abbia in uso fabbricati e aree edificabili. A differenza dell’Imu, essendo la Tasi un’imposta che serve a coprire i costi dei servizi indivisibili erogati dai Comuni, sono chiamati al suo versamento sia i proprietari che gli inquilini di abitazioni principali, che si divideranno la quota da pagare nel rapporto 70/30. Per fare un esempio e per chiarire cosa si intende per servizi indivisibili erogati dai Comuni, riportiamo alcune voci dell’elenco relativo al nostro Comune, citando, tra le molte voci, illuminazione pubblica, cura del verde pubblico, manutenzione strade, polizia locale, servizi sociali, servizi scolastici e via dicendo. Insomma tutto quello che serve a far funzionare una città. Detto questo, vediamo ora quali aliquote Tasi, la cui base imponibile è la stessa dell’Imu, ha in generale determinato il governo. Per l’abitazione principale l’aliquota di base è stata fissata tra l’1,0 e il 2,5 per mille, con l’esecutivo che ha poi dato facoltà ai Comuni di aumentarla fino a un ulteriore 0,8 per mille, vincolando però questo incremento alla concessione di detrazioni. Per gli altri immobili l’aliquota massima, in questo caso data dalla somma di Imu e Tasi, è stata fissata al 10,6 per mille se non si prevedono detrazioni, e all’11,4 per mille in presenza di detrazioni.
Delineato il quadro generale, vediamo ora cosa l’amministrazione ha deciso per Arese: “Innanzitutto – ha annunciato l’assessore al bilancio Roberta Tellini – ci preme sottolineare che siamo tra i primi Comuni a presentare le aliquote in consiglio comunale, e il merito di questo va agli uffici che, pur con il breve tempo a disposizione, sono riusciti comunque a completare il lavoro. Siamo anche felici di annunciare che a oggi, fonte Sole – 24 Ore, tra i circa mille Comuni che hanno già deliberato le aliquote, Arese è tra quelli che le ha tenute più basse, grazie anche all’importante lavoro di contenimento costi attuato dalla struttura comunale. L’aliquota Tasi che abbiamo fissato è pari al 2,1 per mille per qualunque tipo di fabbricato, quando in altri Comuni, sempre secondo l’indagine del Sole – 24 Ore la quota si colloca mediamente tra il 2,5 e il 3,3 per mille”. Oltre all’aliquota del 2,1 per mille, gli aresini beneficeranno di una detrazione di 100 euro riservata alle abitazioni principali dei nuclei familiari con Isee inferiore o uguale a 15 mila euro.
Detto che il nostro Comune, tra quelli che le hanno già fissate, sembra essere stato abbastanza morigerato nella definizione delle aliquote, vediamo ora nella pratica quanto andremo a pagare, prendendo a riferimento una serie di rendite catastali e confrontando, per le abitazioni principali, l’importo Tasi con quello Imu 2012 (nel 2013 l’imposta era stata sospesa). Stante le detrazioni applicate, il raffronto viene fatto per proprietari di abitazioni principali senza figli a carico, con un figlio di età inferiore a 26 anni e con due figli di età inferiore a 26 anni.
Nel caso di un immobile con rendita catastale di 402,84 euro, il proprietario senza figli inferiori a 26 anni a carico nel 2012 aveva versato 104,55 euro di Imu e verserà ora 142,12 euro di Tasi; l’importo Tasi non cambia in presenza di figli a carico, mentre quello Imu si riduceva a 54,55 euro in presenza di un figlio e a 4,55 euro con due.
Nel caso di un immobile con rendita catastale di 632,66 euro, il proprietario senza figli inferiori a 26 anni a carico nel 2012 aveva versato 278,29 euro di Imu e verserà ora 223,20 euro di Tasi; l’importo Tasi non cambia in presenza di figli a carico, mentre quello Imu si riduceva a 228,29 euro in presenza di un figlio e a 178,29 euro con due.
Nel caso di un immobile con rendita catastale di 805,67 euro, il proprietario senza figli inferiori a 26 anni a carico nel 2012 aveva versato 409,09 euro di Imu e verserà ora 238,38 euro di Tasi; l’importo Tasi non cambia in presenza di figli a carico, mentre quello Imu si riduceva a 359,09 euro in presenza di un figlio e a 309,09 euro con due.
Nel caso di un immobile con rendita catastale di 1021,42 euro, infine, il proprietario senza figli inferiori a 26 anni a carico nel 2012 aveva versato 572,19 euro di Imu e verserà ora 360,36 euro di Tasi; l’importo Tasi non cambia in presenza di figli a carico, mentre quello Imu si riduceva a 522,19 euro in presenza di un figlio e a 472,19 euro con due.
Più articolato il discorso relativo agli importi da versare nel caso di abitazioni non adibite a uso principale, dove anche nel 2013 i proprietari avevano versato l’Imu (con le stesse aliquote 2012). Nel 2014, però, all’Imu, comunque dovuta, si aggiungerà anche la Tasi. Vediamo quindi i raffronti tra i tre versamenti sempre prendendo a riferimento le rendite catastali utilizzate per la prima casa. In caso di rendita catastale di 402,84 euro l’Imu 2012 e 2013 (aliquota 9 per mille) era stata pari a 606,09 euro; nel 2014 i proprietari pagheranno, invece, 548,18 euro di Imu (aliquota 8,1 per mille) e 142,12 euro di Tasi, per un totale di 690,30 euro. In caso di rendita catastale di 632,66 euro l’Imu 2012 e 2013 era stata pari a 956,58 euro; nel 2014 i proprietari pagheranno, invece, 860,92 euro di Imu (aliquota 8,1 per mille) e 223,20 euro di Tasi, per un totale di 1.084,12 euro. In caso di rendita catastale di 805,67 euro, infine, l’Imu 2012 e 2013 era stata pari a 1.218,17 euro; nel 2014 i proprietari pagheranno, invece, 1.096,36 euro di Imu (aliquota 8,1 per mille) e 284,24 euro di Tasi, per un totale di 1.380,60 euro. In caso di rendita catastale di 1.021,42 euro l’Imu 2012 e 2013 era stata pari a 1.544,39 euro; nel 2014 i proprietari pagheranno, invece, 1.389,95 euro di Imu (aliquota 8,1 per mille) e 360,36 euro di Tasi, per un totale di 1.750,31 euro.
Il rinvio dell’immediata eseguibilità della delibera che fissa le aliquote Imu e Tasi 2014 sembra però avere creato una certa confusione tra i cittadini, in particolare per quanto riguarda la scadenza della prima rata Imu. In proposito abbiamo contattato l’amministrazione comunale, che ci ha confermato che l’assenza di esecutività della delibera sposta solo il versamento della Tasi, mentre l’acconto Imu, se dovuto, andrà comunque versato entro il 16 giugno. Non essendo ancora esecutiva la delibera, in fase di acconto verrà applicata l’aliquota Imu per le seconde case definita lo scorso anno. La differenza, una volta resa esecutiva la delibera e abbassata l’aliquota Imu per le seconde case dal 9 all’8,1 per mille, verrà poi recuperata a dicembre in fase di saldo, che sarà calcolato con aliquota 8,1 per mille e sconterà anche lo 0,9 per mille in più applicato nella rata di giugno.
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