29 marzo 2016 – L’amministrazione, nello scorso mese di dicembre, aveva deciso di cogliere quell’opportunità offerta dalla Legge di stabilità che permette, ai Comuni virtuosi, di sbloccare, per la realizzazione di opere pubbliche, le risorse proprie derivanti dagli avanzi di gestione e vincolate dal Patto di stabilità (leggi qui). Arese, che a fine 2015 aveva bloccati in cassa fondi per 17,4 milioni di euro, ne potrà quindi utilizzare, in base alla scelta della giunta di conservare comunque un fondo cassa, circa 13 milioni, che andranno a finanziare anticipatamente la realizzazione di un certo numero di lavori già iscritti nel Piano triennale delle opere. Una scelta che però alcuni, come Arese al Centro, contestano.
Non tanto per la decisione di cogliere l’opportunità offerta dalla nuova Legge di Stabilità, quanto piuttosto per la scelta di quali opere realizzare: “Il nostro Comune – dicono i centristi – investirà circa 13 milioni di euro in opere pubbliche, molte delle quali considerate strategiche dall’amministrazione: la nuova sede delle associazioni, la nuova sede per le attività socio sanitarie, la realizzazione di un nuovo archivio e magazzino comunale, la nuova caserma dei Carabinieri e naturalmente il completamento del progetto per la nuova biblioteca, trasformato dalla giunta in un faraonico ‘Centro Civico Polifunzionale’. La spesa per questa realizzazione è ulteriormente lievitata in questi giorni, giustificata dalla giunta per l’acquisto di attrezzature e l’estensione delle reti tecnologiche, arrivando a sfiorare l’importo complessivo di cinque milioni di euro. Opere che naturalmente impegneranno anche le future amministrazioni nel reperire adeguate coperture finanziarie per la loro gestione e manutenzione. Pur considerando positivamente quanto introdotto dal governo centrale in relazione alle modifiche apportate alle regole del Patto di stabilità, che da sempre ha condizionato e frenato l’operato e gli investimenti delle amministrazioni di Comuni virtuosi come il nostro, a danno dello sviluppo e dell’ammodernamento dei servizi a favore dei cittadini, ci poniamo forti interrogativi sulle scelte progettuali adottate dalla maggioranza e ci chiediamo se tali opere soddisfano realmente i bisogni dei nostri cittadini”.
Secondo il partito dei consiglieri comunali Giuseppe Bettinardi (nella foto) e Carlo Giudici, altre sarebbero state le priorità per Arese, come ad esempio lo sport e gli impianti sportivi: “La nostra città – sostiene Arese al Centro – è da sempre caratterizzata da una forte connotazione sportiva, molte le persone impegnate e i giovani coinvolti nello sport, ma si resta basiti nel scoprire ad esempio che la palestra del centro sportivo comunale è omologata per una capienza massima di 234 persone, di cui 184 posti per il pubblico, 20 per atleti e 30 per gli addetti. Un limite preoccupante e insufficiente, impossibile da rispettare durante le manifestazioni pubbliche che pone serie considerazioni sulla sicurezza della struttura stessa e sulle responsabilità che si assumono costantemente gli organizzatori. Ad Arese inoltre esistono realtà forti e partecipate anche in attività sportive un tempo considerate minori, con importanti risultati ottenuti in brevissimo tempo, come ad esempio dalla sezione Pallanuoto Sg Sport, composta da oltre 150 atleti distribuiti in dieci formazioni. Sia le famiglie che gli atleti impegnati, loro malgrado, sono costretti a migrare fuori dai confini della nostra città, perché le numerose piscine presenti sul territorio, non sono omologate e costruite per ospitare agonisticamente alcune competizioni. Naturalmente ci chiediamo, ma lo sport aresino non meritava forse di più, non meritava maggiore attenzione da parte dell’amministrazione, prevedendo investimenti e interventi di adeguamento delle strutture con il conseguente ammodernamento delle stesse?”.
Un’altra priorità da aggredire, per i centristi sarebbe stata quella della casa: “Altro tema – conclude Arese al Centro – è quello della casa che, emerso sulla cronaca di questi ultimi mesi, sta diventando una vera ‘emergenza sociale’, provocata dalla profonda e costante crisi occupazionale che ha colpito molte famiglie, e chiede oggi più che mai risposte immediate. Auspicavamo investimenti concreti per dare soluzioni alle varie problematiche abitative causate da grave e indifferibile necessità di alloggi. Chiediamo all’amministrazione di dare attuazione ‘all’assistenza abitativa temporanea’, prevedendo l’acquisto o il convenzionamento di alloggi da destinare per sfratti esecutivi, prevedendo una sempre maggiore mobilità tra gli assegnatari e dove possibile prevedendo anche la coabitazione”.
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