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Augurusa: “Ecco perché ho detto forse”

02 maggio 2012 – Negli ultimi giorni sta tenendo banco, e suscitando diverse polemiche, la risposta data dal candidato del centrosinistra Giuseppe Augurusa alla domanda secca sul centro commerciale nel corso dell’incontro tra i sette candidati sindaci organizzata da QuiArese e dal Laboratorio di Ricerca per la Politica. Come avevamo anticipato nel corso della serata del 26, avremmo dato ai candidati la possibilità di motivare le loro risposte e Augurusa lo fa con la lettera aperta che pubblichiamo qui di seguito.

Caro direttore e care/i lettrici/lettori di QuiArese,
nel corso del confronto pubblico fra i candidati, come ricorderete, abbiamo dovuto rispondere a 8 domande a risposta “secca” (si/no/forse/non so), senza possibilità di fornire alcuna motivazione ulteriore. Una domanda, fra tutte, era la più “insidiosa”: ovvero, è possibile fare a meno del nuovo centro commerciale? Attenzione: non è stato chiesto se noi candidati fossimo favorevoli o contrari ma se, nell’ambito dell’accordo di programma, si può contemplare l’ipotesi che di tale centro commerciale si possa fare a meno. Si tratta di una questione ben diversa e assai più complicata.


Sono abituato, a differenza di altri, a rispondere alle domande, non ad eluderle, e tuttavia capisco che il mio “forse” potrebbe non essere stato compreso. Per questo sono qui a motivare in maniera chiara la mia risposta. Personalmente evito i centri commerciali come la peste, li considero luoghi ameni che, anche grazie a politiche di amministratori troppo disinvolti, hanno sostituito il vuoto dei luoghi di socialità assenti nelle comunità locali con “non luoghi”, spazi asettici senza passato, con un presente omologato a mille altri identici e, soprattutto, senza futuro. Non ho dunque affatto cambiato opinione sul punto, come testimonia ciò che ho scritto e firmato nel programma elettorale pubblicamente disponibile. Ora, tornando alla domanda, ho escluso la risposa “No” (non possiamo farne a meno), perché non sono d’accordo con il centro-destra che ha firmato il precedente accordo di programma e che continua a seguire pervicacemente un interesse particolare. Ma non considero nemmeno credibile una risposta “Sì”, astratta e senza esitazioni. La ragione è presto detta: è possibile fare a meno del centro commerciale senza tenere conto della proprietà dell’area (che è e resta privata) e dell’esigenza di riqualificare un’immensa area industriale?

Ovviamente si può benissimo rispondere “sì, è possibile farne a meno”: basta non volere sottoscrivere alcun accordo di programma e a quel punto non ci sarà mai alcun centro commerciale e nessun AdP. Oppure si può rispondere “sì, è possibile” perché sappiamo con certezza che la proprietà delle aree rinuncerà al proprio business principale: cosa che, al momento, non risulta da nessuna parte. Il mio “forse” quindi, lungi dall’essere una risposta evasiva, evoca una possibilità ulteriore, pragmatica e che si pone un chiaro obiettivo: intendiamo lavorare affinché ci possano essere ipotesi alternative, lavoriamo perché si possa giungere ad un accordo con la proprietà, fermo restando che la decisione resta sempre in capo ai Comuni e quindi ai suoi cittadini. Sulla risoluzione del tema Area ex-Alfa stiamo elaborando una proposta seria, che presenteremo nei prossimi giorni ai cittadini e che si avvale di un gruppo di lavoro di altissimo profilo. Anche i problemi, come le risposte, vanno affrontati e mai elusi. Sul problema cruciale dell’ex-Alfa siamo chiamati a trovare una soluzione. Una soluzione che tuteli innanzi tutto le esigenze del territorio e dei suoi abitanti, ma che ci porti finalmente fuori dal limbo in cui ci troviamo da troppi anni: un’area abbandonata di oltre 2 milioni di metri quadrati, che sta diventando terreno sempre più appetibile anche per le organizzazioni criminali. Risolvere i problemi è l’imperativo primo di un amministratore pubblico. Non possiamo rassegnarci alle facili, sebbene rassicuranti, scorciatoie. Non è più il tempo.

Giuseppe Augurusa

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