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Bandi Adp: “Siete giornalisti o commercianti?”

25 luglio 2016 – Dopo l’articolo dedicato ai cinque “no” che l’amministrazione comunale ha dato ai commercianti del centro storico che hanno provato a partecipare al “III bando per il sostegno delle microimprese” (leggi qui), abbiamo ricevuto una lettera da Mauro Aggugini, portavoce di Un Forum per la Città, la lista civica che ha portare Michela Palestra a diventare sindaco di Arese nel 2013. Ecco cosa ci scrive e la nostra risposta.

Caro Paolo Galvani,
con riferimento al suo articolo del 23 Luglio sul commercio locale noi del Forum ci saremmo aspettati di leggere un pezzo informativo sul risultato totale del III bando per il commercio, quali progetti respinti e quali ammessi che, comunque, sono stati ben 10 e non sono pochi pensando alla realtà del commercio aresino. Ci siamo invece trovati a leggere un articolo dove lei è parte in causa  e dove si fatica a capire se chi scrive è il giornalista o piuttosto il commerciante che ha visto un suo progetto respinto. Ciò risulta ancor più evidente dal fatto che nel suo articolo  si fa solo un piccolo riferimento agli altri progetti che sono stati accolti e saranno quindi finanziati, quasi che questo fatto ai suoi occhi non abbia alcuna importanza.

Noi del Forum ci chiediamo inoltre cosa intenda quando nel suo articolo scrive che l’assessore di riferimento deve dare un indirizzo politico. A nostro parere infatti è ovvio che la politica debba dare il suo indirizzo nella stesura di un bando e siamo certi che lo abbia fatto con scelte ben precise , ma è altrettanto ovvio che debba  stare fuori dalle fasi tecniche delle assegnazioni di bandi e appalti  e rimanere sempre terza.

Entrando nel merito della vicenda dal punto di vista tecnico, da quanto Lei scrive nel suo articolo, parrebbe che il suo progetto è stato presentato da un gruppo di commercianti tra quali è presente la sua azienda, che però non si sono in alcun modo costituiti in una qualsiasi forma giuridica e che per di più  vedeva tra i suoi partecipanti il CSBNO ovvero un Consorzio a partecipazione pubblica che vi avrebbe finanziato con ben 75.000 euro . Date queste premesse ci saremmo stupiti di un esito differente.

Infine ci risulta che il Quiarese Tech café abbia già partecipato e vinto il secondo bando per il commercio locale e quindi ci domandiamo se abbia o no diritto a partecipare ad un terzo bando anche se in forma pseudo-consorziata.
Ci fa comunque piacere leggere che l’assessore Augurusa si è reso disponibile a fare le opportune verifiche perché questo può e deve fare la politica, controllare se i termini del bando sono stati rispettati dai proponenti e dalla stessa commissione  valutatrice che, come da sua stessa affermazione, è fatta da tecnici e funzionari del comune e non da politici.

Ricordiamo, infine, che il totale dei fondi destinati al commercio locale saranno, come già più volte detto da questa amministrazione, comunque assegnati , se dovesse servire anche con l’istituzione di nuovi bandi in accordo con i commercianti locali, ma è evidente che per potervi accedere delle regole di trasparenza ed equità dovranno sempre essere presenti.

Mauro Aggugini
Un Forum per la città

Gentile Mauro Aggugini,
avremmo volentieri pubblicato un articolo più completo, ma tutto quello che si sa del bando, destinato alle microimprese in generale e non al commercio, è riportato nella comunicazione che può scaricare qui, dove si evince che sono stati presentati venti progetti e che dieci sono stati respinti. I soggetti beneficiari, per ragioni di privacy, crediamo, non sono noti, così come non sono noti i progetti finanziati. All’assessore Augurusa abbiamo chiesto quanti tra i partecipanti fossero commercianti e quante fossero microimprese di altri settori, senza a oggi avere ricevuto risposta. Dei progetti respinti siamo in grado quindi di conoscere  contenuti e motivazioni solamente di quelli in cui abbiamo avuto un ruolo attivo. Se, come dite, dieci progetti finanziati (14 considerati anche i bandi precedenti) sono molti, non si comprende perché proporre 550 mila euro di risorse da suddividere su 50 potenziali progetti.

Nella prima parte della lettera giustamente sottolineate che noi, con il QuiArese TechCafé, siamo anche parte in causa, oltre che giornalisti. Per questo abbiamo doverosamente segnalato la nostra situazione: ce lo impone, oltre che il buon senso, anche il nostro ordine professionale (quello dei giornalisti, non quello dei baristi…). Ci sono forse inesattezze o imprecisioni in quanto scritto? La nostra azienda, non ammessa a questo bando, non ci rimette nulla, in quanto il progetto era di livello decisamente più elevato e coinvolgente per tutto il commercio del centro storico. E rivendichiamo con orgoglio di avere tentato, insieme ad altri quattro commercianti, di sfruttare risorse che questa amministrazione non è stata finora in grado di mettere a disposizione in modo fruibile, viste anche le rinunce di molti commercianti a partecipare ai bandi a loro destinati. A perderci, parere non solo personale ma di molti, non siamo noi, ma l’intera città.

Quando sosteniamo che la politica deve dare un indirizzo significa anche che deve controllare se il lavoro delle commissioni viene fatto coerentemente con l’indirizzo dato. Non pensiamo che abbia un senso dire “Non so nemmeno chi faccia parte della commissione”, come ci siamo sentiti rispondere dall’assessore. Lasciar fare ad altri e poi magari sostenere che ci sono i mezzi per rimediare, per esempio tramite formale ricorso al Tar, significa ignorare completamente la realtà e lasciare che l’attuale sfacelo prosegua. Tutta la macchina organizzativa sembra in mano a burocrati che non sempre sono a contatto con le problematiche della realtà locale sulla quale sono chiamati a esprimersi. E che non pagano le conseguenze dei loro atti solo perché a cittadini e piccole imprese non conviene ricorrere in modo formale: tempi e costi sarebbero proibitivi. Avremmo diversi aneddoti da raccontarvi, ma qui sì che andremmo più su vicende personali che di interesse giornalistico…

L’accordo di Programma per l’area ex Alfa Romeo e il relativo Atto Unilaterale d’obbligo con cui vengono messe a disposizione le risorse (anche) per il commercio sono stati siglati a novembre 2012, questa amministrazione è in carica da oltre tre anni e di quasi due milioni e mezzo di risorse sono stati fino a oggi impegnati (nemmeno spesi: solo impegnati) meno di 38.000 mila euro, quelli del primo bando “bis”. Il Centro Commerciale è una realtà dallo scorso aprile e qui in città stiamo vedendone gli effetti pratici: eravamo scettici sul fatto che la sua presenza potesse avere un impatto reale e invece vi assicuriamo che lo ha avuto, con un calo misurabile degli affari registrato più o meno da tutti gli operatori.

Entrando nel merito, ci pare che avessimo già scritto che la legge non richiede alcun obbligo di associazione formale, in quanto il bando prevedeva la partecipazione delle sole microimprese. Avete notizie o informazioni legali diverse? Noi no, ma abbiamo partecipato sulla base del parere di esperti che hanno valutato con attenzione il testo del bando. In altre occasione si è fatto esplicito riferimento alla possibilità di far partecipare formalmente anche i raggruppamenti, ma non in questa. Ed è la ragione per cui sono state presentate cinque domande diverse, da parte di cinque diversi operatori, e con contenuti differenti, che messi a fattor comune formano un progetto più ampio e ambizioso. La presenza del Csbno, che aveva preventivamente verificato la possibilità di partecipare a questo bando in questa forma anche con le parti politiche di questo Comune, era solo di regia. Non si capisce quindi da dove venga tratta la conseguenza che saremmo stati finanziati con ben 75.000 euro ulteriori.

Il dubbio che eBiz, editrice di QuiArese, potesse o meno presentare richiesta di finanziamento in quanto ha già partecipato a un bando e lo ha vinto parzialmente (anche qui la commissione valutatrice ha commesso degli errori, decisamente più marchiani, assegnandoci 8.201 euro invece dei 10.000 richiesti a fronte di un investimento da parte nostra vicino ai 180.000 euro) sembra un po’ buttato lì per gettare discredito. Pensate che avremmo partecipato se non ne avessimo avuto diritto? Pensate che il Comune e la commissione avrebbero esaminato il progetto se non avessimo avuto i requisiti richiesti?

Per il resto attendiamo le valutazioni dell’assessore Augurusa. E intanto i mesi passano.

Paolo Galvani e Graziano Lunazzi

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