08 novembre 2016 – Anche a livello locale forze politiche ed esponenti della società civile iniziano a muoversi per sostenere le ragioni del Si o del No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Fino a questo momento, almeno dal punto di vista della presenza, a essere in vantaggio sembra essere il fronte del Si, che già a giugno aveva annunciato la nascita del proprio comitato, battezzato “Basta un Si – Arese” e in questi giorni ha lanciato due iniziative per sostenere la propria causa. La prima è la diffusione di una lettera appello ai cittadini aresini, un documento già sottoscritto tra gli altri dal sindaco, Michela Palestra, dal vicesindaco, Enrico Ioli, dal presidente del consiglio comunale, Veronica Cerea, e dagli assessori Gonnella e Scifo.
Nel documento sono in sostanza ribaditi i punti di vista di chi sostiene il Si (vedi qui), elencando quelli che vengono definiti i “meriti principali” della riforma. “Il Comitato Basta un sì – spiegano dal comitato – raccoglie i cittadini di Arese che si riconoscono nei contenuti della riforma approvata dal Parlamento e ha deciso di organizzare una serie di iniziative a sostegno della campagna per il Sì. A partire da questa settimana, innanzi tutto, verrà resa pubblica la raccolta firme a sostegno di un appello che illustra le principali motivazioni a favore dell’approvazione del referendum. Il documento annovera le firme di circa 50 aresini, esponenti a vario titolo della società civile e della politica”.
La seconda iniziativa del comitato coordinato da Luigi Vincenti si concretizzerà, invece, in una serata pubblica di approfondimento e dibattito sulla riforma, che si terrà il prossimo lunedì 14 novembre, alle ore 21, presso l’auditorium Aldo Moro. Prenderanno parte alla serata in qualità di relatori Stefania Bariatti, professore ordinario di Diritto Internazionale, Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e Michela Palestra, sindaco di Arese.
“Al referendum del 4 dicembre – conclude Luigi Vincenti – voteremo Si e invitiamo i nostri concittadini a fare altrettanto, evitando di compiere una scelta solo in base alle proprie simpatie o appartenenze politiche, o pensando all’attuale governo. L’approvazione di questa riforma avvierebbe un processo di cambiamento positivo per l’Italia e per l’immagine che il nostro Paese ha nel mondo, anche in termini di affidabilità, di capacità di rinnovamento e di attrattività di investimenti. L’Italia non può aspettare ancora: abbiamo già atteso inutilmente troppi anni e non si profilano oggettivamente all’orizzonte soluzioni migliori. Per questo abbiamo deciso, con il nostro Si del 4 dicembre, di dare il nostro contributo per un’Italia migliore e più moderna”.
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