17 marzo 2016 – Le commissioni comunali sono recentemente finite sotto il tiro di parte delle minoranze, con Movimento 5 Stelle e Lega Nord che ne hanno messo in dubbio l’effettiva utilità, annunciando il loro possibile abbandono di questi tavoli (leggi qui e qui). A rispondere alle critiche interviene Gianluca Arrighi, direttore della Torrazza e presidente, in quota Pd, della commissione Sostenibilità ambientale e viabilità.
“Non sorprende – esordisce Arrighi – lo scontento di M5S e Lega a proposito delle commissioni comunali, secondo loro ‘saldamente nelle mani della maggioranza’ e ‘autoreferenziali della maggioranza’. Non è facile essere minoranza e, se non si è sostenuti da un convinto spirito democratico e di ‘servizio’ alla comunità, può essere frustrante non avere le leve (o la responsabilità?) del comando. Del resto il regolamento del consiglio comunale e delle commissioni è chiaro, ancorché migliorabile: si basa sulla democrazia rappresentativa, a cui fa da contraltare la possibilità dell’alternanza”.
Arrighi sostiene anche che, per quella che è la sua esperienza in commissione, la situazione sarebbe ben diversa da quella dipinta da M5S e Lega: “Non mi sembra – dice il direttore della Torrazza – che la situazione delle commissioni ad Arese sia così negativa e penalizzante per la minoranza. La mia esperienza mi dice che lo spirito all’interno della commissione è prevalentemente di collaborazione tra i suoi membri, alla ricerca di temi e proposte condivise, generalmente all’unanimità. Le critiche espresse non mi trovano d’accordo sul presunto preponderante ruolo dei presidenti e sulla presunta unilaterale determinazione dell’ordine del giorno o della scelta degli argomenti. Le cose non stanno così e addirittura falsa è l’accusa di scarsa disponibilità degli assessori e falsa è l’accusa della loro difesa da parte dei rappresentanti di maggioranza”.
Anche l’esponente del Pd vede però alcuni limiti nel funzionamento delle commissioni, e indica la sua ricetta per renderle più efficaci: “È innegabile – conclude Arrighi – ci sono limiti di funzionamento delle commissioni, dovuti alla discontinuità della partecipazione per impegni di lavoro, famiglia, volontariato, e alla difficoltà di concretizzare nelle opportune forme e trasferire le proposte all’amministrazione, a cui si chiede di dare puntuali riscontri. Secondo me ci sono tre fattori determinanti: il ruolo del presidente, che deve essere ‘motore’, scandendo i tempi e coordinando i lavori; quello di tutti i membri che devono essere ‘carburante’, ovvero alimentare la macchina con disponibilità, competenza, proposte; ultimo, ma non ultimo, una amministrazione disponibile e ricettiva. Le contrapposizioni e le strumentalizzazioni non portano lontano e possono solo far perdere la grande opportunità della partecipazione”.
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