Home Politica

Profughi: Arese ne ospiterà “una decina”

28 ottobre 2016 – Dovrebbero essere una decina i migranti che arriveranno nel nostro Comune con le modalità definite dalla delibera di giunta approvata ieri sera dal consiglio comunale. La cui genesi e i cui obiettivi sono stati spiegati dal sindaco, Michela Palestra, nel corso del suo intervento preliminare. “Come amministratori – ha premesso – siamo chiamati in causa con sempre maggiore frequenza dallo Stato centrale. In particolare dalla prefettura, che è chiamata a gestire sul territorio quella che per il nostro Paese ormai non è più un’emergenza ma un fenomeno strutturale. In queste occasioni come Comuni abbiamo sempre ribadito che il fenomeno dell’immigrazione deve essere gestito non solo nel rispetto della dignità umana ma anche nel rispetto del territorio che offre accoglienza”.

Secondo Palestra la scelta dei Comuni oggi non è più quella di decidere se accogliere o meno chi arriva, ma sta nella possibilità che hanno gli enti locali di scegliere se subire un processo o tentare di governarlo nel miglior modo possibile. “La delibera che stiamo sottoponendo al consiglio comunale – ha detto Palestra – è una precisa azione mirata a evitare che accadano episodi come quelli che riempiono le cronache dei giornali in questi giorni. Questa delibera ci permetterà di attivare quel processo di accoglienza diffusa che ci eravamo già detti disponibili ad attuare, garantendo dignità e integrazione a chi arriva, nel pieno rispetto del territorio e delle condizioni di sicurezza. Questa proposta ci permetterà di attivare un processo di accompagnamento all’integrazione delle persone che arriveranno sul nostro territorio, utilizzando per farlo risorse governative e non sottratte al welfare comunale. Che piaccia o non piaccia oggi siamo chiamati a gestire questo fenomeno, e con i contenuti di questa delibera lo gestiremo governandolo e non subendolo”.

Fatte queste premesse il sindaco ha spiegato come viene oggi attuata l’accoglienza dei profughi, elencando tre modalità attivate anche da organi superiori ai Comuni e definite da Palestra, in due dei tre casi come “modalità subite” dai Comuni. La prima prevede l’invio forzato da parte della prefettura dei profughi nei territori, procedendo al loro collocamento negli immobili di proprietà comunale liberi. “Questa modalità – ha spiegato Palestra – non sarebbe in alcun caso applicabile ad Arese, perché tutti gli immobili di proprietà comunale sono già messi a disposizione dei residenti ad Arese, in particolare di coloro che si trovano in una condizione di difficoltà”.

La seconda modalità “subita” prevede che la prefettura possa pubblicare dei bandi rivolti ai privati per la ricerca di unità immobiliari nelle quali ospitare i migranti. In questo caso al proprietario viene riconosciuto un rimborso giornaliero pari a 36 euro, mentre al migrante viene garantito vitto, alloggio e una piccola disponibilità giornaliera di denaro. “Anche in questo caso – ha spiegato il sindaco – le coperture economiche dirette sono a carico del governo centrale. Il Comune perde però completamente il controllo delle persone che è chiamato a ospitare e inoltre deve comunque sottrarre risorse economiche al suo welfare perché le azioni di governo del territorio ricadono in ogni caso sull’ente”.

La terza strada, quella scelta dalla nostra amministrazione, prevede che i Comuni giochino d’anticipo e si dichiarino pronti, con la partecipazione a un bando, ad accogliere un numero predefinito di migranti all’interno del loro territorio. Nello specifico Arese, e altri otto Comuni del rhodense consorziati, parteciperanno a un bando pubblico che avrà come soggetto attuatore Sercop dando la propria disponibilità ad accogliere “50 o 100” migranti. “Per Arese – ha detto Palestra – parliamo di una decina di profughi, perché la ripartizione delle persone che arriveranno sarà proporzionale al numero degli abitanti dei Comuni consorziati. I migranti saranno accolti in appartamenti messi a disposizione da privati, che dovranno essere trovati e non è così scontato che sia semplice farlo”.

Il sindaco ha poi spiegato perché, a parere dell’amministrazione, questa sarebbe la soluzione di accoglienza migliore: “Come ho detto – ha sostenuto Palestra – oggi i Comuni non possono decidere se accogliere o meno i migranti, perché la loro presenza può essere comunque imposta da organi superiori. La soluzione prevista dalla nostra delibera ha il vantaggio di lasciare agli enti territoriali il controllo di chi arriva, sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista del numero di migranti accolti, che saranno in numero controllato e compatibile con la realtà del territorio. Parallelamente sarà attivata una rete di supporto a queste persone, che saranno seguite da esperti con progetti finalizzati al loro inserimento sul territorio a livello sociale e linguistico. La nostra soluzione è dunque quella di rispondere al fenomeno immigrazione con progetti concreti e non solo subendo la presenza incontrollata di persone sul nostro territorio. Sottolineo anche che, come emerso nelle riunioni in prefettura, tutti i Comuni del rhodense si sono sempre detti contrari all’apertura di grandi centri di accoglienza, perché di fatto difficilmente controllabili e gestibili, privilegiando soluzioni di ospitalità diffusa, soluzione condivisa anche a livello prefettizio. La nostra delibera va in questo senso e offre anche l’importante vantaggio di non essere più messi nelle condizioni di subire invii forzati di migranti sul nostro territorio. E’ stato infatti lo stesso prefetto a dire che quei Comuni che si dimostrano proattivi nella gestione del fenomeno non potranno essere in futuro soggetti a forme di accoglienza forzata, nemmeno nei momenti di grande emergenza. La nostra scelta ci permetterà dunque di mantenere un pieno controllo sugli arrivi, evitando che ad Arese in futuro possano essere imposte ulteriori quote di migranti da organi superiori”.

Quella che offriranno Arese e gli altri otto Comuni consorziati del rhodense, che hanno votato o voteranno a breve la stessa delibera nei rispettivi consigli comunali, sarà quella che viene definita come accoglienza di secondo livello. Che significa che nella nostra città potranno arrivare solo persone singole o gruppi familiari dei quali si conoscono per certo le generalità, l’origine e la storia personale. “Non ci sarà – ha concluso Palestra – nessuna zona d’ombra riguardo le persone che andremo a ospitare nella nostra città”.

La delibera è passata con il voto favorevole di tutti i gruppi consiliari, con l’eccezione del Movimento 5 Stelle e di Arese in Testa che si sono astenuti. In particolare il M5S ha espresso perplessità per il fatto che nella delibera non viene indicato il numero esatto di persone che saranno accolte, mentre Arese in Testa nella sostanza critica le politiche di assistenza della prefettura. In generale comunque sia maggioranza che opposizione hanno giudicato favorevolmente la soluzione proposta dalla giunta in quanto è quella che permette un controllo più efficace dei migranti che arriveranno sul territorio aresino.

© riproduzione riservata

Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiArese