6 aprile 2020 – Riceviamo e pubblichiamo una lettera da un nostro affezionato lettore, nonché ex collaboratore. Francesco Gentile evidenzia come su QuiArese gli articoli originali negli ultimi anni si siano diradati. Ha perfettamente ragione e nella risposta spieghiamo perché.
Caro QuiArese,
ho pensato molto prima di decidermi a scrivere, perché capisco che, a volte, consigli o suggerimenti possono essere interpretati come critiche, così come succede spesso sui social. In questi giorni di forzata chiusura in casa (nel mio caso da gennaio, per patologie diverse da Coronavirus, e quindi un po’ più difficile…) la mente va ai ricordi e alle riflessioni.
Caro QuiArese, al momento della nascita, sembravi uno spiraglio di ulteriore democrazia offrendo ai cittadini di Arese informazioni, comunicati, riflessioni, suggerimenti anche attraverso i commenti e le lettere che davano voce ai lettori. Ho visitato il sito: l’ultima lettera risale a dicembre 2018… Gli aggiornamenti sono legati solo ai comunicati del Comune e, raramente si trova una notizia originale. Cosa è successo? Nel corso degli anni, un ridimensionamento costante e solo in tempo di pandemia c’è un tuo risveglio, principalmente su Facebook, che sicuramente ha tolto spazio al sito, alla pubblicazione della rivista, se non giornaliera, almeno settimanale…
QuiArese, dovevi essere un giornale on-line, un’alternativa a fogli di notiziari del Comune o di partiti, con l’occhio attento su fatti, personaggi e progetti caratterizzanti la nostra bella città, non esente, comunque, da alcuni problemi o punti di attenzione… Per anni, ho contribuito con entusiasmo, fornendo spunti di discussione e di informazioni, specie su qualità della vita, sostenibilità ambientale, gestione della città nell’ottica del miglioramento continuo: e me lo hanno riconosciuto più volte i tuoi responsabili che crearono addirittura la rubrica “Più o Meno”, onore che, forse, non meritavo.
Caro QuiArese, oggi soffro a vederti così evanescente: non trovo, specie in un momento difficile per tutti, un’intervista ai responsabili delle istituzioni, una cronaca di strada, un racconto di qualche aresino, un accenno alla storia della città, dei suoi luoghi, dei suoi monumenti, dei suoi borghi che i nostri anziani, spesso maltrattati, possono testimoniare… una descrizione dello stato del commercio nel centro storico e raccolta di proposte per la sua valorizzazione.
Io spero che i tuoi problemi non siano legati a fatti personali o limitazioni di libertà e ti auguro una ripresa fortissima: Arese ha circa 19.600 abitanti e ha bisogno di un’informazione “vicina”, altrimenti hanno sfogo sui social commenti Più o Meno utili, pettegolezzi, discussioni importanti o al limite dell’offesa, divisioni in gruppi che cannibalizzano la voce di altri. Capisco anche nei tempi di crisi e di costi/ricavi: ma, per esempio, la pubblicità arriva se un giornale ha seguito… Arese ha bisogno di un organo di informazione vero, imparziale, che riporti la realtà nel bene e nel male, nel bianco e nel nero, nel Più e nel Meno, nel rispetto dell’etica che caratterizza il vero giornalista.
Enzo Biagi diceva: “I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?”
Ti aspetto con grande affetto, Francesco Gentile.
Gentile Francesco (senza ironia sul suo cognome!),
grazie per l’affetto con cui ci ha seguito per tutti questi anni. La sua lettera è la benvenuta e non è certo vista come “critica da social”. Questo è un luogo in un certo senso protetto… Sappiamo di essere partiti con il piede giusto e di avere via via perso terreno. Come certamente sa, nel 2015 abbiamo provato ad alzare l’asticella delle nostre ambizioni, aprendo nel centro della città il QuiArese TechCafé. Nella nostra idea, quello doveva diventare un’estensione fisica del luogo di confronto virtuale nato su QuiArese.
Purtroppo, abbiamo presto capito sulla nostra pelle che gli sforzi che siamo stati in grado di fare non erano sufficienti. Per sostenere la crescita del bar abbiamo dovuto decidere di tenere aperto sette giorni su sette, dalle 7.30 del mattino alle 23. E noi eravamo solo due persone, pur con qualche aiuto estemporaneo. In più, la risposta a ciò che organizzavamo nel nostro locale è stata spesso tiepida, a volta costosa, sempre faticosa. Insomma, le nostre forze non sono riuscite a sostenere la nostra ambizione.
Il sito di QuiArese andava a gonfie vele in termini di interesse e di numeri, ma purtroppo tutto questo non si è mai concretizzato in ricavi economici sensati, altrimenti avremmo provveduto – come era nelle nostre intenzioni – ad allargare la sfera delle persone che ci lavorano. Dall’altra parte, la ricerca di volontari, realizzata anche con percorsi di alternanza scuola-lavoro con le scuole superiori della zona, non ha portato nessuna “forza fresca” che, come noi, volesse sostenere a livello di volontariato la creazione di contenuti per il nostro giornale.
In questa situazione di chiusura forzata dovuta all’emergenza sanitaria ovviamente abbiamo ripreso a dedicare un po’ di energie alla nostra creatura. Ma dato che qualche soldo dobbiamo riuscire a portarlo a casa in altro modo, il tempo che possiamo dedicarvi è comunque limitato. Per questo tendiamo semplicemente ad amplificare le notizie che arrivano dal Comune invece di creare degli approfondimenti.
Le do però un parametro, caro Francesco: come avrà visto, ieri abbiamo realizzato un’intervista al sindaco, che abbiamo proposto in video e oggi in versione scritta. Questo è il livello di contenuti che ci piacerebbe proporre agli aresini. Per quantificare, però, questo sforzo ci è “costato”, senza esagerare, circa 11 ore di lavoro a tempo pieno da parte di una persona. Quando il QuiArese TechCafé è aperto, questa, senza ricavi o aiuti, non è un’attività che possiamo fare, nemmeno sporadicamente.
Speriamo con queste riflessioni di avere chiarito come mai QuiArese non riesce più a essere quello strumento che molti giudicavano utile. Per noi è un dolore, ma questa è la vita.
Grazie di seguirci nonostante tutto e un enorme in bocca al lupo per la sua salute.
© riproduzione riservata – Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiArese