Il tema delle elezioni politiche è sempre di attualità, soprattutto in Italia. Ospitiamo quindi un intervento di un nostro lettore, che porta all’attenzione generale una proposta specifica.
Gentile direzione di QuiArese,
considerando la nutrita presenza sulla pagina del giornale online di concittadini politicamente aggiornati e motivati a dare non solo contributi per il miglioramento dei processi democratici a beneficio della “cosa pubblica”, ma anche a rendere edotti i concittadini sulle prassi riguardanti le leggi elettorali, vorrei approfittarne per porre la seguente domanda/proposta: perché non avere circoscrizioni in cui ogni partito possa presentare un candidato nominato, una nominata e una lista di preferenze dove sarebbero eletti il primo e la prima più votati dai cittadini?
In pratica un elettore, indicando il proprio partito, avrebbe l’opportunità di inviare in Parlamento non solo i due nominati, ma anche due eletti, anch’essi di genere diverso. Al di là dell’aggiustamento dei seggi in parlamento conseguente a eventuali premi di maggioranza e soglie di accesso, questo sistema favorirebbe un compromesso tra le due principali posizioni (ideologiche?).
Con questa prassi si aprirebbe anche la porta alla possibilità di avere un Parlamento composto solo per metà da nominati, e con il 50% di donne. So che la parola “compromesso” risulta ostica a molti, ma non è eticamente negativa, anche se richiede dei presupposti. Chiunque voglia utilizzare tale termine, deve essere disposto innanzi tutto a fare delle concessioni, e forse anche di più: ad accettare che, al di là dalla propria assoluta verità, possa essercene un’altra contraria. Quest’atteggiamento non è di poco conto, considerando la realtà in cui viviamo, individualistica e farcita da presuntuosi “salapùzi”.
Distinti saluti.
Giorgio Fiorini
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