25 marzo 2014 – Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di un lettore sugli striscioni esposti dagli abitanti del Plan.
Mi identifico in una persona che ha sentito parlare di Arese come città-giardino e arriva per verificare di persona. Con grande sorpresa sono accolto da una sfilata di strani cartelli e striscioni, che sollevano perplessità e domande. I love Arese. Perché qualcuno si sente in dovere di sventolare questa precisazione? Sarà perché molti non amano Arese e l’hanno detto agli espositori? Arese città dei bambini non delle auto. Ma che bello, è proprio un luogo felice per venire a viverci! Ma poi mi guardo in giro e scopro che ci sono più auto che bambini (e non si tratta di piccole auto ecologiche). Mi capita quindi di passare davanti alle scuole all’orario di ingresso e di rimanere bloccato da file di auto in seconda, terza fila, o sul marciapiede. Mah!? No a 4 corsie in via Nuvolari. Allora vogliono restringere la strada che adesso ha larghezza appunto di 4 corsie?
Meno inquinamento, aria più pulita. Ampio programma per chi si trova fra autostrade e Varesina. Ma le auto in coda al semaforo non inquinano di più di quelle che transitano a 30 km/h alle rotonde?Fuori il traffico da Arese. Programma ampiamente condivisibile per qualunque centro abitato, ma forse un po’ troppo generico. Quale traffico? Anche quello dei residenti? O quello di chi quotidinamente viene a lavorare a Arese, arrecando anche benefici agli aresini (insegnanti, baby sitter, badanti, nonni, impiegati comunali e di banca, fornitori…)? Chi/come farebbe la selezione? No alla superstrada fra le nostre case. Perbacco, questo è il più inquietante, vogliono costruire in città una superstrada (strada a scorrimento veloce a più corsie, secondo il vocabolario della lingua italiana)? Vado in Comune per chiedere informazioni e scopro che la “superstrada” sarebbe l’asse di cui fa parte la stessa via Nuvolari, ridotto a una corsia riservata al traffico privato, con la seconda destinata al trasporto pubblico, con una serie di attraversamenti ciclo-pedonali rialzati e di rotonde agli attuali incroci pericolosi e limiti di velocità stringenti. Superstrada!? Forse usano un vocabolario diverso…
C’è da sperare che chi ama veramente Arese cerchi di capire perché si faccia leva su una serie di cartelli, inquietanti per le loro incoerenze e contraddittorietà, che lanciano slogan propagandistici e trattano emotivamente, se non ideologicamente, questioni delicate per la vita quotidiana di tutti noi. Perché?
Cordiali saluti
Roberto Mori
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