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“Giusto per precisare qualche punto…”

16 maggio 2014 – Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di un lettore che critica il modo di agire di Passaparola e, nel contempo, sostiene che le firme all’epoca raccolte dal Comitato Difendiamo Arese fossero state apposte in maniera più consapevole rispetto a quelle di chi ha firmato in questi mesi per Passaparola.

Mi è capitato di leggere, con un certo stupore, un articolo sul numero di Qui Arese, diffuso dagli esponenti del gruppo di Passaparola, in cui si afferma che “quattro anni fa la tanto vituperata giunta Fornaro ha stralciato la tangenzialina perché questo era quanto veniva richiesto da 3.700 cittadini che avevano firmato quella petizione”. Evidentemente ormai questo gruppo che si oppone alla nuova Amministrazione, anche con atteggiamenti ereditati dal tifo peggiore delle curve di stadio, ha perso ogni capacità di corretta visione della realtà.

La strada che sta così a cuore a qualcuno è stata stralciata dal progetto AdP perché il Comune di Rho non ha ritenuto di approvare il progetto stesso, provocando l’uscita del Comune dallo schieramento dei firmatari del progetto, dando in tal modo il via alla altalena di modifiche progettuali, Amministrazioni che cambiavano dal giorno alla notte, alternanza di vari commissari, che tutto curavano salvo quello che poteva interessare la nostra cittadina.

Non voglio dilungarmi sul fatto che le firme raccolte allora dal Comitato Difendiamo Arese erano decisamente qualcosa in più di quelle indicate nell’articolo e che le richieste non si limitavano alla eliminazione di quella strada che oggi viene considerata il toccasana e andavano ben oltre, né sul fatto che furono ottenute dopo la spiegazione accurata dei contenuti di un progetto, approvato senza che la popolazione fosse stata informata, e non certamente, come avvenuto in questa occasione, sulla base di una campagna propagandistica, diffondendo timori in buona parte ingiustificati, attuata ai danni di cittadini che in diverse occasioni di incontro hanno confermato di avere rilasciato una firma su un modulo prestampato senza avere mai visto il progetto reale.

Quello che si fa fatica a comprendere è questa ostinazione nel criticare un progetto ritenuto valido dagli esperti, dopo le modifiche inserite; una ostinazione che lascia il pensiero libero di immaginare uno scopo che va al di là delle semplici intenzioni di tutela dei cittadini, come formalmente dichiarato, e apre invece il campo alla presenza di forze operanti come sponsorizzatori della messa in scena piuttosto costosa a cui abbiamo assistito in quest’ultimo periodo, e alla domanda che sorge spontanea: “Chi e per quale scopo?“.

​​​​​​​​Roberto Conti

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