25 marzo 2014 – Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di una lettrice, che auspica che le discussioni sulla viabilità possano svolgersi anche in maniera accesa ma restando nell’ambito del confronto civile tra le diverse correnti di pensiero.
Sono una cittadina di questa città, mamma di due bambini, che frequentano le scuole di arese, i parchetti Arese, le piste ciclabili di Arese, e tutte le più belle occasioni di incontro che questa città mi offre. Ho sempre cercato di guardare quello che vi accadeva senza mai intervenire attivamente, o più che altro pubblicamente. Ho deciso di farlo dopo aver letto su Facebook il post di un mio concittadino del Plan che si scusava a nome dei suoi condomini per lo spettacolo indecoroso a cui alcuni di loro avevano dato vita durante l’incontro all’auditorium del 14 marzo. È chiaro che siamo tutti preoccupati dall’apertura del centro commerciale, bomba che sta per esplodere in una città tranquilla come la nostra, di cui non si conoscono ancora i reali effetti; nessuno di noi, compresa l’attuale amministrazione, l’ha voluta e adesso in qualche modo dobbiamo correre ai ripari, ma la paura che la discussione seppur legittima degenerasse in violenza, e coinvolgesse vicini di casa che fino a ora hanno convissuto civilmente mi ha indotto a inserirmi in questa discussione.
Ho svolto la maggior parte delle conversazioni in merito a questo argomento commentando gli articoli pubblicati da questa QuiArese, oppure facendo la stessa cosa su alcune pagine di Facebook, speravo che questa avventura mi permettesse di vederci più chiaro ma purtroppo non è stato così. Da cittadina ancora indecisa se schierarmi o no a favore di questo nuovo piano di viabilità, dopo essermi informata sull’argomento, mi sono inserita in qualche conversazione ricordando innanzi tutto ai miei concittadini che siamo tutti nella stessa barca, che le macchine che invaderanno la nostra area urbana (non stiamo parlando solo di Arese ma di uno spazio più ampio che tutti condividiamo) non danneggeranno solo chi è apertamente contrario al piano di viabilità proposto da questa giunta, ma danneggeranno anche me. Non è servito a molto, da subito ho capito che era troppo tardi per intervenire e che all’interno del movimento assolutamente legittimo Passaparola ci sono molti individui, non tutti, lo garantisco, che non sono assolutamente votati al dialogo e al confronto. Prima di tutto, per rendermi più credibile cerco di raccontare brevemente quali spunti di riflessione sono saltati fuori: molti si oppongono alla costruzione delle rotonde che sostituiranno alcuni incroci regolati da semaforo, alcuni ritengono che la soluzione per tenere il traffico fuori da Arese sia quello di rimpicciolire le nostre strade, aumentare i semafori in modo da rendere impossibile l’attraversamento, moltissimi sono favorevoli alla costruzione della tangenzialina, alcuni la vogliono far partire da Terrazzano altri addirittura da Passirana per allontanarla ancora di più da Arese.
Io non entro nel merito degli studi sulla previsione del traffico che sostengono questa o quella teoria, saranno sicuramente tutti validi, solo in merito a queste argomentazioni ho posto alcune domande alla maggior parte delle quali non ho ricevuto risposta. Avendo intorno ad Arese dei pilastri stradali importanti come l’autostrada, la statale del Sempione e la varesina, cosa dovrebbe indurre gli automobilisti a entrare nella nostra ridente cittadina? Ammesso che il Comune di Arese decida di fare pressioni sul comune di Rho,la cui strada occuperebbe per lo più il suo territorio, per reinserire la tangenzialina nell’Accordo di programma, per costruirla, basterebbero i 7,4 milioni di euro che ci dà Tea? Quanto tempo ci vorrebbe per superare gli inghippi burocratici, per rivalutare le 4.000 firme che qualche anno fa i nostri cittadini hanno dato per impedire la costruzione di questo progetto, e per costruirla finalmente? (Il centro commerciale dovrebbe aprire fra otto mesi).
Il progetto della tangenzialina che dovrebbe collegare Terrazzano ad Arese, avrebbe un senso se fosse il proseguimento di un’altra già progettata che dovrebbe partire dalla rotonda di Pero e arrivare proprio a Terrazzano, il problema è che questo progetto non ha ancora avuto il finanziamento, e sembra che perché diventi accessibile ci vogliano almeno tre anni. In questi tre anni gli automobilisti che arrivano da sud per percorrere la tangenzialina dovranno passare dalla strettoia Terrazzano, credete che lo faranno ugualmente nonostante la presenza della statale del Sempione, dell’autostrada da una parte e della Varesina dall’altra? So che la zona dove è prevista la costruzione della tangenzialina sarà trasformata da zona agricola a zona edificabile, siamo proprio sicuri che ad Arese serva la costruzione di altre case, quando le strutture che abbiamo (Scuole in primis) bastano a stento per l’attuale numero di abitanti? Ho ricevuto risposta solo alla prima domanda: gli automobilisti non useranno né l’autostrada perché costa due euro (1,70), né la Varesina o la Statale del Sempione perché sono intasate. Ma allora: gli automobilisti non passeranno dagli assi principali della viabilità esterna per i motivi già detti, ma preferiranno le strette viuzze di Terrazzano per accedere alla tanto amata tangenzialina?
Spero che con questa mia lettera a QuiArese le mie domande trovino risposta, che questo aumenti il livello di discussione, stimoli il dibattito tra moderati come me, perché sinceramente non ho trovato tantissima disponibilità al dialogo, e non mi riferisco al fatto che io voglia far cambiare idea ad alcune persone, ma che ho trovato un’aggressività che non mi aspettavo: una persona che commentava con me e dissentiva dalle opinioni di alcuni, su una pagina di Facebook e non su QuiArese, è stata presa in giro in modo poco decoroso, io sono stata invitata con poca gentilezza a uscire da una discussione in cui dissentivo da alcuni partecipanti, sono arrivate scuse ufficiali da un personaggio di spicco del movimento e le ho gradite, ma non è servito a molto: per alcune ore non mi sono collegata, perché lavoro e ho due bambini, dunque non posso stare tutto il giorno, a scrivere online, e hanno apertamente espresso il desiderio che uscissi dalla conversazione cercando di screditare pubblicamente le mie idee. Ora che manco da diverse ore, ho quasi paura ad aprire la pagina per vedere come ridono di me in mia assenza. Se questo è il livello di discussione, io mi ritiro, rinunciando però a una grande opportunità che mi offre questo giornale di confrontarmi coi miei concittadini, in extremis invito invece tutti i moderati come me a partecipare a questa discussione, sicura che così diventerà molto più ricca e darà molti spunti di riflessione che faranno solo bene ad Arese, quindi a noi tutti.
Margherita Meloni
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