02 maggio 2020 – Dopo la pubblicazione delle notizie che vedrebbero emergere Arese come uno dei primissimi comuni lombardi in cui ha atto la sua comparsa il Coronavirus (qui la ricerca che ha dato il via alle notizie in merito), ci ha scritto un lettore per segnalare una lettera da lui inviata una decina di giorni fa al sindaco Michela Palestra. Ve la proponiamo, ricordando però che il numero di tamponi processabili è ancora limitato, il che rende difficile qualsiasi ipotesi di screening di massa.
Spett.le direzione di QuiArese,
desidero informarVi della mia lettera al Sindaco di Arese, Michela Palestra, inviatale il 24 aprile 2020, in tempi non sospetti, e di cui non ho ancora ricevuto risposta. Alla luce delle ultime notizie apparse sul Corriere della Sera di ieri, ritengo quanto mai attuale che si proceda a una azione di monitoraggio dei nostri concittadini, senza aspettare le lungaggini e le inefficienze della Regione Lombardia. Qualora voleste anche voi sensibilizzare le nostre autorità sull’urgenza di procedere all’azione di cui sopra, ne farei felice.
A vostra disposizione.
Oliviero Amodei
Ecco la lettera che Amodei ha inviato al sindaco:
Gentile Dott.ssa Palestra,
mi chiamo Oliviero Amodei e abito ad Arese. Il motivo che mi spinge a scrivere questa lettera, deriva da una mia precisa convinzione: che in Lombardia la Sanità Pubblica abbia profondamente errato su tutti i fronti nella difesa dei propri cittadini dal Covid-19 in materia di prevenzione.
Inutile ricordareLe in questa mia lettera tutte le mancanze che giornalmente i canali televisivi ci comunicano perché sarebbe troppo lunga la lista. Ma una domanda che da qualche settimana mi sto facendo, e come me tanti miei conoscenti, è sul perché non vengono effettuati i tamponi ai cittadini sia in un’ottica di prevenzione sia per avere meglio un’idea di quanto sia esteso il contagio.
Ieri sera ho seguito il programma di Corrado Formigli, Piazza Pulita. Ho scoperto che, se da un lato la Regione Lombardia ha provveduto a firmare un agreement (meglio tardi che mai, hanno impiegato più di un mese) con una società (mi pare americana) per fornire il materiale per effettuare i tamponi a quei cittadini che sono in prima linea e a qualche altra categoria a rischio, da un altro lato nulla è previsto per tutti gli altri cittadini.
ANCORA UNA VOLTA UN ALTRO FALLIMENTO!
In parallelo, sempre in questo programma, ho preso atto che alcuni Sindaci dell’hinterland di Milano e di Bergamo hanno dato avvio a uno screening di massa attivando una propria iniziativa. Ovviamente questo screening è effettuato da una società che aveva presentato alla Regione Lombardia un’offerta per tale screening e che la Regione Lombardia aveva rifiutato. Faccio presente che i cittadini si pagano il test per proprio conto, il quale costerebbe 40 euro cadauno.
Ora io chiedo a Lei: perché il Comune di Arese non si fa carico di organizzare uno screening di questo tipo? Sarebbe un ottimo servizio alla comunità ormai stufa delle frottole (per non dire di peggio) raccontate fino a questo momento.
Nel porgerLe i miei più cordiali saluti, attendo gentilmente una Sua risposta.
Oliviero Amodei
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